Arte della civiltà cretese

Palazzo di Cnosso
Il Palazzo di Cnosso 

Civiltà cretese
La civiltà cretese, nota anche come minoica, fiorì sull’isola di Creta tra il 3000 e il 1450 a.C., ed è considerata la prima grande civiltà mediterranea. Caratterizzata da una società pacifica e raffinata, eccelleva nell’artigianato, nel commercio marittimo e nella navigazione notturna. 
I Cretesi costruirono splendidi palazzi senza mura, aperti al paesaggio, come quello di Cnosso, e praticavano una religione politeista centrata su divinità femminili. Usavano una scrittura chiamata Lineare A, ancora indecifrata.


Linea del tempo civiltà cretese


Dopo essere stata a lungo caratterizzata, nel corso del III millennio a. C., dalla tipica economia basata su agricoltura e allevamento di pecore, l'isola di Creta andò sviluppando una raffinata produzione artigianale di vino, olio, vasi, tessuti in lana, armi. 

Mappa scambi commerciali cretesi
Mappa con gli scambi commerciali effettuati dai cretesi

Questi prodotti, richiesti ben oltre i suoi confini e che, richiedendo in parte l'impiego di materie prime non diffuse sul suo territorio, generò un vero e proprio commercio "internazionale", che possiamo vedere nella cartina in alto.

La città palazzo di Cnosso
Il Palazzo di Cnosso, cuore della civiltà minoica, fu costruito intorno al 2000 a.C. e si estendeva su circa 20.000 m² (quasi quanto tre campi da calcio) con oltre 1300 stanze disposte su più livelli. 
Privo di fortificazioni, rifletteva una società pacifica e avanzata. Era un centro politico, religioso e commerciale, dotato di fognature, magazzini, laboratori artigianali e sale cerimoniali. 

Ricostruzione del Palazzo di Cnosso

Celebre per i suoi affreschi vivaci, tra cui la taurocatapsia (salto del toro), è spesso identificato con il mitico Labirinto del Minotauro.


Arthur Evans, archeologo britannico, scoprì il Palazzo di Cnosso nel 1900 e ne guidò gli scavi fino al 1931. Affascinato dalla civiltà minoica, volle restituire al sito la sua antica magnificenza, ma il suo restauro è tuttora oggetto di critiche.

Arthur Evans durante ricostruzione del Palazzo di Cnosso
Fotografia d'epoca con Arthur Evans e la sua squadra durante i lavori di ricostruzione del palazzo di Cnosso. Ashmolean Museum, Oxford

Evans utilizzò materiali moderni, come cemento armato e ferro, e affidò ad artisti la ricostruzione degli affreschi partendo da pochi frammenti. In molti casi, si lasciò guidare dall’immaginazione, dando vita a immagini suggestive ma storicamente discutibili.

Dettaglio frammento originale pittura cretese
Dettaglio frammento originale pittura cretese dell'affresco "Dame in Blu", Palazzo di Cnosso

Il suo intento era rendere il sito comprensibile ai visitatori, ma secondo molti studiosi, il risultato ha alterato l’autenticità del palazzo. Un restauro visionario, tra genio e controversia.

Fu Evans a coniare il nome "civiltà minoica", termine che deriva dal leggendario re Minosse, figura centrale della mitologia greca, associato al famoso labirinto, al minotauro e al palazzo di Cnosso.

Non sappiamo come i Cretesi chiamassero sé stessi, poiché la loro scrittura, la cosiddetta Lineare A, non è ancora stata decifrata.

La pittura cretese 
L'"Affresco dei Delfini" decorava le pareti o il pavimento di una sala sopra il megaron della Regina nel maestoso Palazzo di Cnosso, ma quello che ammiriamo oggi è in gran parte una ricostruzione basata su frammenti originali. I delfini sono rappresentati con straordinaria vitalità e grazia, nuotando in un ambiente marino popolato da altri pesci e ricci di mare. I colori sono vivaci, dominati da tonalità di blu, ocra e rosso, che evocano la luminosità e la trasparenza delle acque e creano un'atmosfera serena e gioiosa.

Delfini della camera degli sposi
Affresco dei Delfini, Museo Archeologico di Heraklion a Creta 

La presenza dei delfini non è casuale: questi animali, intelligenti e socievoli, erano venerati dai Minoici e simboleggiavano probabilmente la prosperità, la protezione divina e l'amore per la vita marina, elementi centrali della cultura cretese, un'isola la cui esistenza dipendeva strettamente dal mare.

La scultura cretese
I cretesi realizzavano con la ceramica piccole sculture (alte tra i 30 e i 40 cm) raffiguranti la Dea dei Serpenti.
La Dea dei serpenti è spesso vista come la Dea Madre cretese, divinità femminile venerata da almeno il 3000 a.C. fino al 1200 a.C. legata alla fertilità e alla vita, ma anche alla morte.

La dea dei serpenti
La dea dei serpenti, Iraklio, museo archeologico.

La religione cretese vuole che la Dea Madre abbia guidato il suo popolo lontano dalla loro terra originaria per condurli altrove, ma non trovando ospitalità per il suo popolo in nessuna terra. 
La Dea, allora, creò Creta e vi fece stabilire coloro che la veneravano.

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