L’arte bizantina è uno stile artistico nato nell’Impero Romano d’Oriente, che unisce elementi classici greco-romani con influenze orientali e cristiane. Si sviluppa a partire dal IV secolo, raggiungendo l’apice sotto l’imperatore Giustiniano nel VI secolo.
Ravenna fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente e poi centro bizantino in Italia. Tutte le architetture ravennate sono semplici fuori, fatte con mattoni di laterizio a vista e decorate riccamente all'interno con mosaici preziosi. Questa caratteristica riprende gli insegnamenti della religione cristiana basati sul concetto che alla sobrietà esteriore deve corrispondere ricchezza interiore.
Giunti a Ravenna artisti e artigiani da Bisanzio, furono realizzati nella nuova capitale dell'Impero Romano d'Occidente numerosi edifici sacri in stile bizantino.
La Basilica di San Vitale, consacrata nel 547 d.C., ha pianta ottagonale e unisce elementi architettonici romani e orientali. L’interno è celebre per i suoi mosaici scintillanti, tra cui spiccano le raffigurazioni dell’imperatore Giustiniano e dell’imperatrice Teodora, simboli del potere imperiale e religioso.
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Interni Basilica di San Vitale |
Le figure che compongono la scena sono frontali, piatte, statiche, con sguardi fissi, spesse linee di contorno e proporzioni non precise. L'ambientazione è dorata, ultraterrena, per indicare la natura divina dell'imperatore: per questo motivo non creano ombre, ma un riverbero di luce. Un areola decora la testa dell'imperatore.
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Giustiniano e la sua corte, mosaico |
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Teodora e la sua corte, mosaico |
Il Mausoleo di Galla Placidia, costruito intorno al 425 d.C. sempre a Ravenna, è un gioiello dell’arte bizantina. Di forma a croce latina, ha un esterno semplice in mattoni che contrasta con l’interno riccamente decorato da mosaici scintillanti. La cupola blu stellata e la figura del Buon Pastore evocano un’atmosfera mistica e simbolica.
Il mosaico del Buon Pastore si trova nella lunetta sopra l’ingresso del Mausoleo di Galla Placidia. Raffigura Cristo seduto su una roccia, vestito con tunica e mantello dorati, mentre accarezza una pecora e tiene una croce pastorale. Attorno a lui, sei pecore lo osservano in un paesaggio verdeggiante. L’opera unisce simbolismo cristiano e eleganza classica, esprimendo la cura amorevole di Cristo verso i fedeli. A differenza degli altri mosaici, qui la raffigurazione è più naturalista e vicina allo stile figurativo di Roma antica.
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Mosaico del Buon Pastore del Mausoleo di Galla Placidia |
La Basilica di Sant’Apollinare in Classe, consacrata nel 549 d.C., è uno dei massimi esempi di architettura paleocristiana e arte bizantina. Situata vicino a Ravenna, è celebre per i suoi mosaici absidali, che raffigurano Sant’Apollinare orante tra dodici agnelli, simbolo degli apostoli, immersi in un paesaggio paradisiaco.
I tre monumenti paleocristiani di Ravenna appena visti fanno parte insieme ad altri cinque del sito seriale inserito dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità dal 7 dicembre 1996.
Santa Sofia di Istanbul: il capolavoro assoluto
Costruita da Giustiniano I nel 537, la Basilica di Santa Sofia (oggi moschea) è il simbolo dell’arte bizantina.
Costruita da Giustiniano I nel 537, la Basilica di Santa Sofia (oggi moschea) è il simbolo dell’arte bizantina.
Ha una cupola immensa che sembra sospesa nel vuoto e una serie di mosaici dorati con Cristo Pantocratore, la Vergine e santi.
La sua architettura, unica, unisce pianta centrale e longitudinale in modo innovativo. Nel corso dei secoli è stata chiesa cristiana, moschea, museo (1934) e infine riconvertita nel 2020 a moschea islamica per volere di Erdogan.
I suoi mosaici dorati, le colonne marmoree e la luce che filtra dall’alto creano un’atmosfera mistica e senza tempo.
Tecnica del mosaico
La tecnica del mosaico consiste nell'assemblaggio di piccole tessere di materiali diversi (pietre, vetri, ceramiche, conchiglie, lamine metalliche ecc.), chiamate tessere, su una superficie di supporto, per creare un'immagine o un motivo decorativo.
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Tessere bizantine, foglie d'oro, d'argento e vetro, tratto dal sitoweb del "The Metropolitan Museum of Art" |
Queste tessere vengono tagliate e modellate e poi fissate con una malta o un legante, solitamente a base di calce o cemento. La superficie su cui vengono applicate può essere una parete, un pavimento, un soffitto o un oggetto. Una volta posate, le fughe tra le tessere vengono riempite con una malta fine (stuccatura) per rendere la superficie più omogenea e proteggere le tessere.
Il risultato è un'opera d'arte duratura e visivamente ricca, che gioca con i colori, le texture e i riflessi dei materiali.
Come si realizzava il fondo oro
Il fondo oro nei mosaici bizantini era una tecnica raffinata e simbolica, usata per evocare la luce divina e lo spazio ultraterreno.
Preparazione della superficie
Si iniziava con una base solida, spesso in muratura o su tavola, dove veniva applicato uno strato di gesso o intonaco, levigato con cura.
Sopra il gesso si stendeva il bolo armeno, un’argilla rossastra mescolata con acqua e albume d’uovo, che serviva da adesivo e da base calda per l’oro.
Applicazione della foglia d’oro
L’oro veniva ridotto in lamine sottilissime (foglie d’oro) da artigiani specializzati chiamati battiloro.
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Illustrazione di una officina di un battiloro per l'Encyclopédie di Diderot |
Le foglie venivano soffiate delicatamente su un pennello e adagiate sulla superficie preparata. Si sovrapponevano leggermente per evitare spazi vuoti e poi si brunivano con una pietra d’agata per renderle lucide e uniformi.
Decorazioni e incisioni
Spesso si usava la pastiglia, uno stucco modellabile, per creare rilievi come aureole o gioielli.
Si incidevano motivi decorativi con punzoni e rotelle, soprattutto nelle aureole.
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