Il Puntinismo è una corrente artistica sviluppatasi in Francia alla fine del XIX secolo, tra il 1884 e il 1900 circa. Pur derivando dall'Impressionismo, se ne differenzia per l'approccio scientifico e sistematico all'uso del colore. La sua peculiarità risiede nella tecnica di applicare sulla tela piccoli tocchi o "punti" di colore puro, giustapposti tra loro, anziché mescolati sulla tavolozza.
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Ingrandimento dipinto puntinista |
Il Puntinismo affonda le sue radici nelle teorie scientifiche sulla percezione del colore sviluppate nel XIX secolo.
Fondamentali furono gli studi di Michel Eugène Chevreul (1786-1889), chimico francese direttore della Manifattura dei Gobelins. Le sue ricerche sulla tintura e sull'ottica lo portarono a formulare la teoria del contrasto simultaneo dei colori, pubblicata nel 1839 nell'opera "De la loi du contraste simultané des couleurs et de l'assortiment des objets colorés".
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Cerchio cromatico con contrasti simultanei di colore creato e pubblicato da Chevreul |
Chevreul, tra le altre cose dimostrò che due colori posti uno accanto all'altro si influenzano reciprocamente, modificando la percezione della loro tonalità e intensità. Ad esempio, un grigio appare più caldo se posto accanto a un rosso e più freddo se posto accanto a un blu.
Inoltre dimostrò che colori complementari si esaltano a vicenda, infatti se posti uno accanto all'altro, i colori complementari (come le coppie rosso-verde, blu-arancio, giallo-viola) si rafforzano a vicenda, apparendo più vividi e luminosi. Al contrario, colori non complementari posti vicini possono "sporcarsi" a vicenda.
Queste scoperte furono cruciali perché fornirono una base scientifica all'idea che il colore non fosse una proprietà assoluta degli oggetti, ma dipendesse fortemente dal contesto e dalla percezione visiva.
I pittori puntinisti applicarono rigorosamente queste leggi per ottenere la massima brillantezza e luminosità cromatica.
Importanza del bianco tra un puntino e l'altro
Importanza del bianco tra un puntino e l'altro
Nel Puntinismo, lo spazio tra un puntino e l'altro non è affatto neutro, ma riveste un'importanza fondamentale per la resa cromatica finale. Questo "bianco" o, più precisamente, la tela non dipinta o la preparazione chiara del fondo, agisce in diversi modi.
In primo luogo aumentando la luminosità. Il bianco, o la luce che filtra dal fondo chiaro, contribuisce a riflettere la luce, conferendo alla superficie pittorica una maggiore luminosità e brillantezza rispetto a una pittura con colori mescolati e opachi. I puntinisti cercavano di sfruttare al massimo la luce, e il fondo chiaro era parte integrante di questa ricerca.
In secondo luogo, lasciare un minimo spazio tra i puntini permette ai colori di rimanere puri e non mescolarsi fisicamente sulla tela. È proprio questo spazio che consente all'occhio umano di "compiere il lavoro", mescolando otticamente i colori a distanza ottenendo la fusione ottica.
Il ruolo dell'occhio umano per la resa dei colori
Il vero "laboratorio" in cui avviene la mescolanza dei colori nel Puntinismo è l'occhio dell'osservatore. I puntinisti partirono dal presupposto che, se due colori puri (ad esempio, blu e giallo) venivano applicati in piccoli punti affiancati sulla tela, l'occhio umano, osservando l'opera da una certa distanza, non avrebbe percepito i singoli punti ma li avrebbe fusi otticamente, generando un terzo colore (nel caso di blu e giallo, il verde).
Questa "mescolanza ottica" produce colori più luminosi e vibranti rispetto alla mescolanza fisica dei pigmenti sulla tavolozza. La mescolanza di pigmenti tende a sporcare e scurire i colori, mentre la sovrapposizione di luce (che è ciò che avviene nell'occhio quando percepisce i colori puri affiancati) produce una sintesi additiva, simile a quella della luce, che risulta più brillante. L'osservatore è quindi parte attiva nel processo di creazione dell'immagine finale.
Cenni su Georges Seurat e Paul Signac
Questa "mescolanza ottica" produce colori più luminosi e vibranti rispetto alla mescolanza fisica dei pigmenti sulla tavolozza. La mescolanza di pigmenti tende a sporcare e scurire i colori, mentre la sovrapposizione di luce (che è ciò che avviene nell'occhio quando percepisce i colori puri affiancati) produce una sintesi additiva, simile a quella della luce, che risulta più brillante. L'osservatore è quindi parte attiva nel processo di creazione dell'immagine finale.
Cenni su Georges Seurat e Paul Signac
Georges Seurat (1859-1891): È considerato il fondatore e il teorico principale del Puntinismo. La sua opera più celebre, "Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte" (1884-1886), è il manifesto del movimento. Seurat applicò con rigore scientifico le teorie cromatiche di Chevreul e di altri scienziati (come Helmholtz e Rood). La sua tecnica era meticolosa e calcolata, volta a ottenere la massima armonia e luminosità attraverso la giustapposizione dei colori puri. Questo dipinto di grandissime dimensioni metri 2x3 richiese due anni di lavoro e numerosi disegni preparatori. Morì giovane, ma lasciò un'impronta indelebile nella storia dell'arte.
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Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte, 1884-1886, olio su tela, cm 207×308, Art Institute of Chicago, Chicago |
Paul Signac (1863-1935) fu il principale erede e divulgatore del Puntinismo dopo la morte prematura di Seurat. Aderì al movimento fin dai primi tempi e ne divenne un fervente sostenitore. Signac, pur mantenendo la rigorosità della tecnica, introdusse spesso un maggiore dinamismo e una luminosità più intensa nelle sue opere, specialmente nei paesaggi marini.
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Paul Signac, Notre-Dame-de-La-Garde, 1906, au Metropolitan Museum of Art |
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