L'arte del Primo Rinascimento (circa 1400-1470) segna una svolta nella storia artistica, caratterizzata da un ritorno agli ideali classici di armonia, proporzione e prospettiva.
Firenze, grazie all'impulso della famiglia de' Medici, diventa epicentro di questa rivoluzione artisti come Masaccio, Donatello e Brunelleschi ridefiniscono l'approccio alla rappresentazione dello spazio e della figura umana.
Masaccio introduce il realismo e la prospettiva lineare nella pittura, Donatello rivoluziona la scultura con opere dal forte dinamismo, mentre Brunelleschi codifica la prospettiva matematica e innova l'architettura.
Quest'epoca prepara il terreno per il Rinascimento maturo, con artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello Sanzio.
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La città ideale, autore sconosciuto, 1480-90. |
L'invenzione della prospettiva
La prospettiva è la rappresentazione di uno spazio o di un oggetto tridimensionale su un supporto piatto o bidimensionale. In una prima fase era utilizzata in maniera intuitiva, come ad esempio da Giotto. Durante il rinascimento saranno codificate le regole di rappresentazione prospettica, grazie ad artisti come Brunelleschi e Leon Battista Alberti.
I pittori nella rappresentazione dello spazio prospettico inseriscono degli "elementi facilitatori" per consentire a noi osservatori di percepire maggiormente la profondità e per aumentare il nostro senso di immersione nella tela.
Elementi facilitatori sono: inserimento delle scene in contesto urbano, uso di pavimento quadrettato, edifici laterali.
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Il punto di osservazione del pittore in figura è diverso dal nostro. Lo stesso parallelepipedo può essere disegnato diversamente a seconda del punto di vista dell'osservatore. |
Il punto di vista
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